UE: riutilizzare le acque di scarto per combattere la siccità

Recupero, riuso e riciclo delle acque reflue: il Parlamento europeo definisce i nuovi requisiti

Il Parlamento europeo ha approvato nuove regole per favorire il riutilizzo delle acque di scarto e limitare così il prelievo di acqua dolce.  La nuova legge,  che entrerà in vigore nel 2023, definisce per la prima volta a livello europeo standard minimi di qualità per l’impiego delle acque di recupero (cioè le acque reflue urbane trattate in un impianto di bonifica) per scopi agricoli, in modo sicuro per le persone e l’ambiente.
 
Riutilizzare in maniera più ampia queste acque permetterà di limitare l’eccessivo sfruttamento sulle risorse idriche in Europa – dovuto all’utilizzo in agricoltura ma anche all’uso industriale e allo sviluppo urbano – che rischia di aggravare la carenza di acqua di cui già soffre il Vecchio Continente.
 
Secondo il rapporto della Commissione sulla politica europea sulla scarsità d’acqua e la siccità, la scarsità d’acqua rappresenta un problema sempre più grave per molti Stati membri. Già nel 2007 almeno l’11% della popolazione europea e il 17% del suo territorio sono stati colpiti da carenza idrica. Nel 2011, ad esempio, le precipitazioni si sono ridotte del 40% rispetto alla norma. Negli ultimi trent’anni gli episodi di siccità si sono notevolmente moltiplicati per numero ed effetti.
 
Fra il 1976 e il 2006 il numero di zone e persone colpite da siccità è aumentato di quasi il 20%, mentre il costo totale della siccità ha raggiunto 100 miliardi di euro. Complessivamente carenza idrica e siccità possono causare perdite economiche in settori chiave. Produrre impatti sulla biodiversità e la qualità dell’acqua. Causare deterioramento e perdita di zone umide, erosione, degrado del suolo e desertificazione. E le cose probabilmente non andranno meglio in futuro. Secondo le previsioni della Commissione, nel 2030 in Europa il numero di bacini idrografici in sofferenza dovrebbe aumentare fino al 50%.
 
L’approvazione di queste norme rappresenta un ulteriore passo verso la transizione a un’economia circolare. “Potremmo riutilizzare potenzialmente 6,6 miliardi di metri cubi di acqua entro il 2025, rispetto agli attuali 1,1 miliardi “, ha commentato la relatrice del provvedimento Simona Bonafè, del Pd. “Ciò richiederebbe un investimento inferiore ai 700 milioni di euro e ci permetterebbe di riutilizzare più della metà dell’attuale volume d’acqua proveniente dagli impianti di trattamento delle acque reflue dell’UE, teoricamente disponibili per l’irrigazione. Si eviterebbe così più del 5% di estrazione diretta dai corpi idrici e dalle falde acquifere”.