Impianti depurazione acque reflue domestiche

Cosa sono le acque reflue domestiche? Cosa sono le acque nere, grigie e meteoriche?

Le acque reflue domestiche sono quelle provenienti dai sistemi di scarico delle abitazioni, e vengono di solito distinte:

  • in acque nere provenienti dal w.c.
  • in acque grigie provenienti dagli altri apparecchi idrici di bagno e cucina
  • in acque meteoriche provenienti dalle precipitazioni atmosferiche e smaltite attraverso le pluviali.

Come avviene lo smaltimento delle acque reflue? 

Le acque provenienti dagli apparecchi igienici domestici e quelle meteoriche devono essere infatti smaltite attraverso due sistemi di canalizzazione separati, che possono essere eventualmente canalizzati congiuntamente solo all’esterno dell’edificio, in base a quanto stabilito dalla normativa nazionale e dai vari regolamenti locali.

Le due tipologie di impianto di scarico

Lo scopo dell’impianto di scarico è quello di allontanare le acque reflue dall’abitazione, facendole confluire nella fognatura urbana.

Esistono due tipi fondamentali di impianto di scarico: quello a doppia tubazione, in cui lo smaltimento di acque nere e grigie è separato e quello a tubazione unica, in cui esse confluiscono in un’unica colonna di scarico.

Quello a doppia tubazione è sicuramente un sistema più igienico, perché impedisce la formazione del reflusso delle acque del wc con la conseguente formazione di cattivo odore, però negli edifici più recenti, soprattutto nei condomini, in cui i servizi igienici sono incolonnati, si utilizza il sistema a tubazione unica.

Ogni apparecchio igienico (wc, bidet, doccia, vasca, lavandino, lavello, lavatoio), deve essere fornito di un sifone che lo collega all’impianto di scarico. Si tratta di un tubo dalla forma ricurva che ha lo scopo di impedire il ritorno delle acque di scarico e la formazione di cattivo odore. Esso deve essere ispezionabile, perché la forma ricurva può favorire l’accumulo di sostanze in sospensione che ne provocano l’ostruzione.

SISTEMA DI DEPURAZIONE

I sistemi biologici depurativo impiegato negli impianti CRAMI INGEGNERIA per la depurazione delle acque reflue domestiche sono diversi ma tutti seguono lo stesso processo biologico.
Secondo questo processo, dopo aver subito i pretrattamenti (separazione grassi reflui da lavelli cucine, eventuale grigliatura, ecc….) il liquame grezzo viene convogliato nel bacino di aerazione dove, mediante l’insufflazione di una quantità di aria opportunamente dosata, si favorisce la formazione di masse di microrganismi, che si manifestano in forma adesa o sospesa in base al tipo di impianto, che assorbendo le sostanze inquinanti contenute nell’acqua le eliminano poi sottoforma di composti ossidati semplici (acqua, anidride carbonica, ecc…..).
 
Successivamente questi microorganismi vengono separati dal chiarificato per sedimentazione; mentre l’acqua depurata effluisce, i fanghi sedimentati vengono ricircolati nuovamente alla vasca di aerazione in maniera che in quest’ultima la massa di fanghi biologicamente attivi (i distruttori della sostanza organica inquinante) abbia una concentrazione costante; il processo di depurazione si svolge perciò nella cosiddetta fase  autoossidativa,  la quale è caratterizzata dalla continua distribuzione della massa di fanghi da parte degli stessi microrganismi che la compongono.
 

GRADO DI INQUINAMENTO E DATI DI PROGETTO GENERALI

Il grado di inquinamento umano dovuto agli escrementi e dai residui di cucina si misura indirettamente, quantificando l’ossigeno che bisogna fornire al liquame per trasformare le sostanze organiche putrescibili in innocue.
Il quantitativo di ossigeno necessario si indica con  "BOD" (domanda biologica di ossigeno), che rappresenta la richiesta biologica di ossigeno.
La potenzialità dei sistemi di depurazione per le acque reflue domestiche e civili viene indicata in numero di abitanti equivalenti, ed il loro dimensionamento deriva dalla progettazione riferita sui seguenti dati di progetto:
 
  • dotazione idrica (consumo d’acqua):200÷250 litri/abitante/giorno
  • dotazione idrica allo scarico:150÷200 litri/abitante/giorno
  • carico inquinante specifico BOD5 :60÷65 gr/abitante /giorno
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SCHEMA DI IMPIANTO DI DEPURAZIONE TIPO

L’impianto di depurazione delle acque reflue domestiche (o similari), completo di tutti i suoi pretrattamenti si presenta così conformato:
 
stazione di grigliatura:  – Dove vengono trattenute materie solide grossolane (stracci, sacchetti di plastica, assorbenti igienici, ecc….) che potrebbero provocare intasamenti alle tubazioni, ai macchinari o comunque creare disturbi all’impianto.
stazione di sollevamento: ove necessaria, quando la quota di arrivo del collettore delle acque di scarico è inferiore a quella di ingresso all’impianto.
dissabbiatura: (eventuali) – Aventi funzione specifica di predecantatore, dissabbiatore, separatore di grassi,omogeneizzazione, denitrificazione.
reattore biologico: funzionalmente composto da due distinte fasi: nella fase di aerazione si realizza la vera e propria depurazione mediante insufflazione d’aria, secondo il sistema già descritto in precedenza; nella successiva fase di sedimentazione avviene la separazione tra acqua da scaricare e massa biologicamente attiva.
disinfezione: (eventuale) – Dove, mediante clorazione (o altro sistema idoneo) avviene la distruzione di microrganismi patogeni.
pozzetto prelievi: dove si possono prelevare  campioni dell’effluente depurato destinati ad analisi di laboratorio.
 

CARATTERISTICHE FUNZIONALI E POTENZIALITÀ

 
Il depuratore a “fanghi attivi in aerazione prolungata” (ossidazione totale) funzionalmente è diviso in due vani (aerazione e sedimentazione). Nel vano di aerazione avviene l’ossidazione dei liquami, mediante insufflazione di una ben definita quantità di aria fornita da compressore rotoaspirante e distribuita in bolle fini da speciali diffusori sommersi o mediante elettroaeratore sommergibile; nel vano di sedimentazione avviene la decantazione dei fanghi attivati, i quali vengono costantemente ricircolati al precedente vano utilizzando ejettori (air-lift) o pompe, o per semplice naturale caduta.
Con il termine “abitante/equivalente” si esprime il carico di una particolare utenza civile (o similare) del Depuratore, in termini omogenei e confrontabili con le varie utenze.
L’equivalenza può essere riferita al “carico idraulico” o al “ carico organico BOD5”.
La potenzialità del Depuratore da installare va espressa in abitanti equivalenti; ai fini della portata idraulica andrà considerata la dotazione idrica individuale allo scarico (in funzione del numero di abitanti), e ai fini dell’inquinamento andrà considerato il carico organico (in funzione del numero di abitanti).

 

Vengono quindi ridotti i dati di dimensionamento, in modo più o meno sensibile, per tutte quelle attività collettive di persone dove effettivamente lo scarico provocato da una persona non corrisponde all’unità abitante/equivalente; queste riduzioni quantitative e qualitative del liquame vengono comunemente definite “coefficienti di riduzione”.